INTRODUZIONE

L’architettura del Paradigma “GDM” ha reso l’applicazione delle tecnologie della “IV Rivoluzione Industriale” (Industry 4.0) in merito all’automazione dei “Sistemi Produttivi” una realtà, e non più solo un auspicio futuribile

La cosiddetta “Industry 4.0” è un processo che scaturisce da quella che gli studiosi hanno definito “quarta rivoluzione industriale”. In base a questi studi, l’umanità sino ad oggi ha percorso 4 tappe del progresso tecnico legato alle sue attività produttive.
La definizione di Industrie 4.0 è stata usata per la prima volta alla Fiera di Hannover tenutasi nel 2011.
Per correttezza espositiva riportiamo uno schema con le tappe salienti delle 4 rivoluzioni industriali.

RIVOLUZIONI INDUSTRIALI

1780
Prima Rivoluzione Industriale
Primo telaio e prime macchine a vapore
Prima rivoluzione industriale
1870
Seconda Rivoluzione Industriale
Organizzazione della produzione di massa tramite energia elettrica e catena di montaggio
Seconda rivoluzione industriale
1970
Terza Rivoluzione Industriale
Hardware e Software Automazione digitale della macchina
Terza rivoluzione industriale
2011
Quarta  Rivoluzione Industriale
Automazione digitale totale delle parti organizzative e produttive della fabbrica
Quarta rivoluzione industriale

Per comprendere il fenomeno occorre andare al 1780, anno definito spartiacque in quanto nella storia dell’umanità segna l’inizio ufficiale della rivoluzione industriale. Infatti prima del 1780 la civiltà aveva a disposizione ben poche risorse tecniche ed energetiche diverse dal ferro e dal fuoco.
La macchina a vapore si colloca quindi in posizione strategica nella storia del progresso dell’umanità; prima di questa scoperta lo scenario tecnico era molto diverso e legato molto alle energie naturali:

  • i trasporti per terra si effettuavano con carri a traino animale
  • i trasporti via mare avvenivano su navi a vela
  • la fonte energetica più diffusa era il fuoco generato dal carbone o dalla legna
  • la fonte luminosa più diffusa erano il lume ad olio e le candele a cera

Come si nota, le condizioni tecniche prima del 1780 erano le stesse del 3.500 a.C. (anno in cui l’archeologia ha datato i primi documenti storici attendibili).
Tutte le meraviglie tecnologiche che hanno impresso una velocità sempre crescente alla storia del progresso umano sono successive alla macchina a vapore.
Infatti, la prima macchina che usava la forza del vapore come fonte energetica fu costruita nel 1769. (La macchina a vapore di James Watt – anche nota come macchina a vapore di Boulton e Watt – fu il primo esempio di macchina a vapore con condensatore separato proposta al mercato mondiale).

Una delle prime applicazioni dell’energia del vapore è stata la costruzione di navi o battelli con motore a vapore.
Il primo modello funzionante fu varato da Claude de Jouffroy nel 1783. Si trattava però di un prototipo ancora sperimentale, poiché il primo vero battello a vapore applicò l’apparato motore inventato da James Watt e fu fatto navigare da Robert Fulton lungo il fiume Hudson nel 1807.
Arrivando ai nostri giorni prendiamo atto che la quarta rivoluzione industriale ha lo scopo di portare le attività produttive ad operare con una tecnica il più possibile automatizzata e interconnessa, nella quale le componenti “tecnologiche” e quelle “organizzative” sono considerate di pari importanza.
Questa automazione del rapporto tra Macchina, Uomo e Organizzazione del sistema produttivo è possibile con l’utilizzo delle nuove tecnologie digitali. L’uso del Ditale, quando mette insieme processi ed organizzazione, produce un forte impatto nell’ambito delle più importanti direttrici di sviluppo.

Analisi dello schema classico
dell’attuale Organizzazione dell’Azienda o dell’ENTE

Attualmente lo schema classico con il quale si configura l’organizzazione di un sistema produttivo è perfetto ma muto. Sono ben definiti ruoli, gerarchie, persone, processi e asset, che tuttavia restano collegati tra di loro solo da una linea. Nella realtà ogni parte è isolata dall’altra e per produrre un’informazione contestualizzata occorre il dispendio di molte risorse con rischi di imprecisioni e ritardi, che spesso producono danni economici e di immagine.
Per superare la cronica mancanza di informazioni contestualizzate, ovvero per intravvedere la strada che renda fruibili in azienda o nell’Ente, in modo preciso ed a costi accettabili, i processi di intercorrelazione ed interagenza, occorre una nuova architettura.
Per trovare la soluzione che permetta di realizzare con semplicità il progresso promesso dalla scienza dell’organizzazione, occorre partire dall’analisi di ciò che sta alla base dell’attuale dottrina. Occorre rivedere gli strumenti che collegano le varie parti dell’organizzazione.
Occorre aggiornare e rivedere il concetto di gestione del perimetro e delle gerarchie dell’Azienda (sistema di riferimento). Sulla definizione di ciò che è il perimetro e sul come si snodano le gerarchie aziendali non c’è nulla da aggiungere: siamo già allo stato dell’arte. Lo strumento principale che illustra il perimetro e le gerarchie organizzative aziendali, è ben definito nel documento “Organization Chart” nel quale sono indicati tutti i processi e tutte le figure aziendali che li governano e li collegano.

organization chart classico
I box verde scuro rappresentano i responsabili dei vari processi, le linee rosse le gerarchie dell’azienda

Questo validissimo strumento organizzativo è il punto di partenza della ricerca innovativa sul “Genoma Digital Model”, in quanto possiede tutti gli elementi necessari, ovvero le linee che collegano tutto il fare di un “Sistema” (in questo caso una azienda). Infatti, ingrandendo l’Organization Chart sino ai minimi dettagli, si arriva ad ogni “ASSET”.

Le linee indicate nello schema dell’Organization Chart sono di lettura chiara e precisa.
La conoscenza che emana il documento, seppure a prima vista classificabile come conoscenza di tipo “esplicito”, in effetti, per la ricerca condotta sul Genoma Digital Model, è considerata di tipo “semi esplicito”. In base alla ricerca effettuata, si è arrivati alla conclusione che il fatto di aver pubblicato il documento e averlo reso accessibile a tutti gli strati dell’azienda non lo rende minimamente “interattivo”. Inserire lo schema Organization Chart nelle procedure competenti produce l’accesso ai suoi contenuti, che tuttavia restano solo nella mente di chi li studia. Aver reso disponibile il documento non significa averlo reso interattivo e parlante.

Per un ulteriore progresso occorre trasformare le linee gerarchiche “mute”, indicate nell’“Organization Chart”, in linee tra di loro “Interagenti, Connesse e Correlate”, capaci, in modo “automatico”, di esplicitare, congiungere, annodare, intrecciare, legare insieme tutti i componenti della gerarchia aziendale. In questo modo le linee e le gerarchie, da “Statiche” divengono “Dinamiche” e soprattutto “Interagenti”.